Oggi voglio parlarvi di una persona che ha dedicato tutta la sua vita a Dio e al Vangelo, e che non ha mai dimenticato le sue origini contadine. Vi parlerò di un uomo figlio dei nostri luoghi, delle nostre tradizioni, portatore di valori molto importanti, ma comunque sempre giocoso e sorridente; così lo ricorda chi gli è stato vicino.

Padre Cosma Spessotto, al secolo Sante, è nato a Mansuè il 28 gennaio 1923. I genitori, Vittorio e Giuseppina, erano mezzadri. Lui era il terzo genito di dieci figli. Sentì fin da ragazzino la chiamata del signore ed entrò in seminario giovanissimo, a soli 12 anni.
Sarà ordinato sacerdote nel 1948.
Il suo desiderio era quello di partire come missionario per la Cina ma, a causa della rivoluzione comunista, tutti i missionari europei, in quel tempo, furono espulsi dal paese ed i cristiani rimasti subirono ogni sorta di persecuzione. Non era sicuro partire. Solo due anni più tardi, nel 1950, gli sarà concesso il permesso di recarsi nella Repubblica di El Salvador. In quegli anni El Salvador era uno dei paesi più poveri del Centro America, 80% della popolazione viveva in miseria, la situazione politica non era delle migliori neppure lì, anche se più sicura che in Cina e Padre Cosma salpò dal porto di Genova.

A San Pedro Nonualco, nella diocesi di San Vicente, tra le montagne del dipartimento di La Paz, il luogo cui era destinato, ad accoglierlo c’è solo una piccola chiesetta fatta di paglia e mattoni, spersa in mezzo alle coltivazioni di caffè.
Per prima cosa Padre Cosma fa costruire la nuova chiesa ed una scuola per il bambini, ed insegna taglio e cucito alle donne del luogo. La nuova chiesa è dotata di un imponente campanile di 26 metri, la cui croce, sempre illuminata, è visibile a molti chilometri di distanza.
Per la ricostruzione, fa arrivare 5 nuove campane direttamente da Vittorio Veneto. Ma la ricostruzione è costosa, trovare finanziamenti non è sempre facile, e così i lavori vanno a rilento sostenuti da “los centavitos de todos”, ossia gli spiccioli di tutti.
Purtroppo Padre Cosma non ne vedrà mai il completamento.

Le campane non sono la sola cosa che Padre Cosma fa arrivare dal Veneto, importerà anche le prime piantine di vite. In qualità di figlio di mezzadri, aveva ereditato l’arte della coltivazione del vigneto. A dire il vero, non vi aveva mai partecipato concretamente perché entrò giovanissimo in convento, ma sentiva di averla nel sangue. Impianta così ben 150 viti, di 10 tipologie diverse. Farà due vendemmie all’anno. La sua intenzione era, se fosse riuscito a propagare la coltivazione della vite su larga scala, migliorare le condizioni di vita di molta povere gente del luogo.
Purtroppo le cose non andranno come Padre Cosma aveva sperato. A tutt’oggi, in El Salvador non esiste la coltivazione della vite. Il consumo di vino, ancora molto basso, fa uso di vini d’importazione, per lo più dal vicino Cile.

Ma il piccolo vitigno di Padre Cosima ebbe comunque un grande successo e molti altri agricoltori della zona gli chiesero indicazioni sulla coltivazione della vite, tanto che Padre Cosma pensò bene di scrivere un piccolo manuale.
Altre vignaioli improvvisati invece, che vedendo lo scarso esito dei loro vitigni, chiedevano scherzosamente a Padre Cosma se il suo successo fosse dovuto all’utilizzo di “acqua benedetta”.

La vita in El Salvador non era facile. C’era la guerra civile e Padre Cosma aiutava, indistintamente, entrambe le fazioni politiche. La cosa non fu sempre vista di buon occhio e, come racconta il fratello, aiutare la gente non era “politica” di quei tempi. Così, molto spesso, gli venivano sottratte le piante di vite mettendo a repentaglio tutto il suo lavoro, o riceveva vere e proprie minacce di morte.

Nel 1980 la situazione degenerò ulteriormente. Erano stati già uccisi altri rappresentanti della Chiesa Cattolica. Il suo tentativo di riconciliare militari e guerriglieri, al fine di evitare una strumentalizzazione della sua chiesa, era fallito. I suoi superiori gli consigliarono di rientrare in Italia, ma lui non volle lasciare la sua gente e rimase.
Il 14 giugno del 1980, dopo aver celebrato la messa delle 16.00, si era ritirato in preghiera sul presbiterio, davanti al tabernacolo. Con il messalino fra le mani si era raccolto in meditazione. Due sicari, a volto coperto, entrarono in chiesa. Colsero Padre Cosma alle spalle e gli scaricarono una raffica di proiettili lasciando a terra senza vita.
Padre Cosma sapeva di essere in pericolo. Pochi giorni prima aveva scritto su un foglio lascito sopra la sua scrivania: “Sento che, da un momento all’altro, persone fanatiche possono togliermi la vita. … Morire martire sarebbe per me una grazia che non merito. Lavare con il sangue versato per Cristo tutti i miei peccati, difetti e debolezze della vita passata, sarebbe per me una grazia del Signore. Fin d’ora io perdono e prego il Signore per la conversione degli autori della mia morte.”, profetizzando così la sua fine.

Padre Cosma è stato beatificato a Mansuè il 14 giugno del 2020, nel suo 31° anniversario di morte, ma il riconoscimento ufficiale avverrà il 22 gennaio 2022 a El Salvador, nella sua chiesa. Presiederà l’eucaristia, in rappresentanza di Papa Francesco, il cardinal Gregorio Rosa Chavez, vescovo ausiliare di San Salvador. Padre Cosma Spessotto diventerà così il primo Beato Martire della Diocesi di Vittorio Veneto.

A noi preme ricordarlo per il messaggi di pace che ha veicolato, fino alla morte, fino al martirio, e con quel sorriso soddisfatto in una delle poche foto dove è ritratto con la sua vite in mano.

Antico casolare della famiglia Spessotto, a Mansuè (TV) dove nacque Padre Cosma.

Padre Cosma gioisce dell’abbondante raccolto di uva

Territorio della regione di San Vicente in El Salvador, che si estende ai piedi del vulcano Chinchonteper.

Le fotografie di questo articolo, sono state tratte per gentile concessione dal libro “Beato Cosma Spessotto ofm, sacerdote missionario e martire”, di Claudio Bratti – Editrice Velar – Archivio Fotografico Vicepostulazione dei frati minori del Nord Italia – Marghera (VE).